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Bellissima serata ieri, un grazie di cuore a tutti i presenti, vecchi amici e specialmente alle tante facce nuove che a fine concerto si sono complimentate con noi.
Bellissima serata ieri, un grazie di cuore a tutti i presenti, vecchi amici e specialmente alle tante facce nuove che a fine concerto si sono complimentate con noi.
Dopo una sofferente decisione i Welcome Coffee si sciolgono, divergenze musicali hanno portato alla separazione.
Uneven recensito da Maurizio Donnini per conto della webzine tuttorock.net, trovate alla fine dell’articolo il link all’articolo sul sito de tuttorock.net., buona lettura.
Sleepwalker è fatta di ritmo moderato, tocchi di piatti, la voce è storta e caratteristica, bei giri di basso irrompono a metà canzone, bel pezzo alternative anche la seguente Slapstick, giri armonici ben fatti ed ascolto molto gradevole e denso. Un poco fuori luogo e decisamente esagerata la terza traccia, Notte Araba, ma Sunglasses ci riporta sulle piacevoli strade del rock dai toni scuri ed affascinanti. Così come la successiva M.U.L. aggiunge a tutto questo lunghi e precisi riff di chitarra e parti strumentali molto ben assemblate. Altrettanto belle sono l’ipnotica Maneki Neko con il suo ritmo ossessivo e la veloce e ritmata Ignorance, condita da numerosi battiti elettronici che comunque non ne snaturano l’anima. La tracklist continua con altre due belle canzoni inserite nel filone principale, I do e My 7th time regalano ancora buon rock ben cantato e suonato, toni sempre leggermente oscuri e sporchi che aggiungono fascino alla trama. Si termina con una bella semi-ballad, Where was God?, toccante con i suoi toni ondulati, una degna conclusione per un album meritevole di attenzione.
Un bel album di debutto, un buon alternative rock ben suonato e cantato, sono evidenti ancora alcune difetti di produzione ed arrangiamento, sicuramente superabili nel futuro di fronte ad una qualità della band che appare veramente promettente. Per essere un disco autoprodotto ed il primo fatto si ascolta molto volentieri nel complesso, il tempo che impiegherete nell’ascolto, più che consigliato, non sarà per niente sprecato. Una nota di merito nella preparazione del materiale che rispecchia l’attenzione che i componenti del gruppo mettono in quello che fanno.
Leggi l’intervista sul sito del tuttorock.net.
Uneven recensito da Francesca Zaminga per conto della webzine ilmegafono.org, trovate alla fine dell’articolo il link all’articolo sul sito de ilmegafono.it., buona lettura.
Questa settimana vi presentiamo i Welcome Coffee, gruppo rock alternativo formatosi a Trieste nel 2012. Dopo l’Ep d’esordio, “Box # 2”, uscito nel 2013, lo scorso gennaio pubblicano finalmente il loro primo album: “Uneven”. Undici tracce nelle quali la parola d’ordine è sperimentazione. Se odiate, dunque, la noia e volete gustare la ricchezza di generi, lasciandovi catturare da un sound imprevedibile, allora questo è il gruppo capace di accontentarvi.
I Welcome Coffee infatti non amano la monotonia e in ogni traccia ci regalano passaggi repentini da una linea sonora a un’altra: nel brano Amore o paura? il blues e il soul iniziali si incendiano diventando rock elettronico e psichedelico; in Sleepwalker, il reggae e lo ska giamaicano degenerano magistralmente nel rock; in 招き猫 (Maneki neko) il fascino cinese contamina l’album con i suoi ritmi orientali.
C’è spazio anche per riff decisi e attacchi metal, come in Notte Araba e in M.U.L., in cui il basso prepotente richiama il ben più famoso Smoke On The Water, dei Deep Purple. In questi due brani, i Welcome Coffee ricordano anche la bravura magistrale dei Dream Theater, che hanno fatto del progressive metal il loro marchio distintivo. Con Sunglasses, Ignorance e I Do l’elettronica e il sintetizzatore prendono il sopravvento, ipnotizzando e non lasciando scampo, mentre in Slapstick l’elettronica è solo un punto di partenza per una deviazione in stile System of a Down.
Al di là dell’eterogeneità della loro musica e della raffinata sapienza nel mescolare sonorità apparentemente lontane, il leit-motiv del disco rimane comunque un progressive rock di buona fattura sullo stile dei Rush e dei Jethro Tull. I Welcome Coffee sicuramente hanno una grande forza innovativa e una spinta creativa non indifferente, doti rarissime nelle giovani band che, ci auguriamo, li porterà lontano in un percorso di originalità mista a una eccelsa qualità strumentale.
Potete ascoltare l’album interamente su Spotify oppure le anteprime dei brani su Youtube e Soundcloud. Buon ascolto!
Leggi l’intervista sul sito del ilmegafono.it.
Uneven è stato recensito da Marcello Zinno direttore di Rockgarage.it, buona lettura.
Arricchiti da una tastiera i Welcome Coffe hanno un sound completo. Ma non è solo merito della eccellente produzione sfoggiata dal nuovo Uneven, bensì di una proposta completa quanto trasversale. Il quartetto autoprodotto ed emergente sfoggia uno stile musicale da band molto rodata riuscendo a saltare da un genere all’altro con una facilità estrema, come se fosse insito nella loro anima musicale. Notte Araba ad esempio è il classico brano per il pubblico italiano, pezzo in cui le linee vocali fanno melodia e “prima donna” della scena ma già dal primo ascolto emerge anche lo spessore compositivo, le influenze arabe collegate con il titolo, gli stacchi proto-prog, gli effetti usati che puzzano di metal e gli arrangiamenti. L’elettronica la fa da padrone in alcuni momenti particolari (Sunglasses è uno di questi) ed in questi passaggi prende (forse un po’ troppo) le redini della scena. Per fortuna non non si tratta della solita overdose che fa storcere il naso ai rockettari incalliti; non si tratta del solito eccesso nell’utilizzo di attrezzature varie e infatti il sapore inglese di M.U.L. e le ambientazioni psichedeliche di Maneki Neko ci fanno dimenticare l’elettronica. In particolare quest’ultimo brano esprime una preziosità prog da pochi: anziché puntare su velocità e tecnica il combo viaggia lentamente e insaporisce il tutto con un basso soft slap, delle liriche ricercate in stile Marillion, e una serie di cambi di ambientazione che ci tengono incollati alle cuffie.
A confermare il talento che c’è dietro questo progetto giunge Amore O Paura? un brano d’autore inserito in una confezione che non stona con il rock. Poetica ed arrangiamenti si uniscono per valorizzare la musica stessa, mettendosi poi un attimo da parte e lanciandosi nell’hard funk di I Do, brano che fa risplendere le luci sul potere energico dei Welcome Coffee. My 7th Time prende il pattern di Disco Labirinto dei Subsonica e tramuta l’intero ascolto in una versione chillout, mentre poi con la conclusiva Where Was God? si sfiora la ballad per poi esplodere in un crescendo di verve. Un progetto davvero interessante fatto di tantissime idee e musicisti di ottimo livello. Da seguire.
Luca Pipaz della webzine Indiemagazine ha ascoltato e recensito Uneven, trovate l’articolo completo sul link in basso, buona lettura.