Light Years Away visto da RockGarage.it

Tornano sulla lunga distanza i Welcome Coffee, band tricolore che crea uno stile sicuramente affascinante per chi vive oltre i confini nazionali, anche grazie ad una produzione (come sempre nella loro discografia) molto curata. Già l’esordio Uneven e poi l’EP The Mirror Show ci avevano colpiti grazie ad un crossover moderno e ben costruito, ma il nuovo Light Years Away mostra una maturità raggiunta per il quintetto. Se infatti uno chef ad inizio della sua carriera prova varie sperimentazioni per potersi distinguere e dimostrare il proprio talento, è poi quando ha una grande occasione che mette a fattor comunque tutte le proprie competenze per realizzare un prodotto sì complesso ma costruito con raziocinio e saggezza: questa un po’ la metafora per spiegare come abbiamo percepito il nuovo (e secondo) full-lenght dei Welcome Coffee, un album che non perde mordente ma che lo fa senza l’imprevedibilità degli esordi, con sapienza e capacità di collocazione. Diversi sono i momenti che ci dimostrano questi aspetti, uno per tutti è Sick, un brano che sarebbe difficile comporre in un album d’esordio, in quanto le tentazioni di “uscire fuori dai bordi” sarebbero molte, mentre la band calibra il tiro e realizza una song “pronta” per il mercato discografico.

 

Eppure i ragazzi non abbandonano il prog (metal) e lo sfoggiano in Light Years Away, un brano che forse ha come unica pecca la presenza troppo marcata delle tastiere: tutti gli strumenti hanno la capacità di poter dire la propria, ma in diversi passaggi proprio le tastiere si prendono molto spazio non come estro del singolo musicista bensì come stile musicale adottato dalla band; a nostro parere avrebbero potuto fare altrettanto anche gli altri strumenti. L’animo moderno prende forma con We’ve Broken Up, altro momento prog metal non completamente innovativo ma sicuramente affascinante e ben costruito ed infine con The Man Who Cried The World, pezzo di hard prog che presenta tutti i (diversi) profili dei volti dei Welcome Coffee.

Un percorso in crescita quello dei Welcome Coffee, caratterizzato da meno spigoli e più rotondità ma pur sempre di valore.

by Marcello Zinno

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